La torre di Ormea è un unicum nel suo genere, probabilmente solo esempio di interramento di una torre invece dell’opposto (come ad es. a Barbaresco dove per poterla allargare si sbancò la collina di 5 metri). L’antica torre-porta della città risale al XII-XII secolo, come tutto l’abitato che si sviluppa ai piedi della collina di San Mauro, dominata da un castello le cui mura chiudevano il borgo tra il Tanaro e la collina stessa. Parte di queste mura è ancora visibile, mentre dell’antico castellum restano pochi ruderi.
La porta urbica della città, quella sottana, era una delle due principali, disposte sull’asse della via maestra, oggi via Roma. Essa introduceva al borgo attraverso una rampa che dal fossato saliva erta al borgo fortificato. Questa conformazione restò per tutto il Medioevo e i secoli successivi, fino all’800, quando in un riassetto urbanistica generale, il piano di via Roma venne alzato, creando la piazza antistante l’attuale chiesa, che fu girata e ampliata, riutilizzando l’antica torre-porta come campanile della stessa. Per cui l’arco d’ingresso a sesto acuto che costituì la porta di Ormea per almeno 5 secoli, è oggi negli spazi ipogei della parrocchiale, ben visibile con lo stemma dei Ceva-Garcilasco (signori del luogo tra ‘400 e ‘500) e con un tratto dell’acciottolato originario (visibile anche dall’esterno, almeno 4 metri più in basso).
La visita della torre è quanto mai suggestiva sia perché questa è una situazione del tutto originale, sia perché sui muri della chiesa restano i lacerti degli affreschi tardo-gotici che decoravano l’abside della precedente chiesa medioevale. Ormea è detto “il paese a forma di cuore” e merita una visita senza fretta al bel centro storico. Imperdibile l’arrivo col treno storico della ferrovia turistica Ceva-Ormea, un vero tuffo nel passato da non farsi sfuggire quando programmato. Numerosissime le frazioni, come le passeggiate e i percorsi di escursionismo, tra cui la celebre Balconata di Ormea.
Al confine con Garessio si trova poi la torre di Barchi, oggi non ancora agibile ma decisamente suggestiva. In direzione sudi trovate poi la frazione Ponte di Nava, ultimo avamposto di Piemonte prima dell’omonimo colle (con le sue fortezze ottocentesche) e la discesa attraverso la verdissima val d’Arroscia giù fino ad Albenga e Imperia.