La torre detta “dell’Orologio” apparteneva in origine alle fortificazioni del borgo medioevale realizzate dagli Astesi in contrapposizione a quelle albesi localizzate a Barbaresco. Risale quindi al XIII secolo (si indica anche la data del 1224) ma a seguito della distruzione del castello nei secoli successivi, venne rimaneggiata più volte diventando poi torre civica (come simbolo del comune quindi) e infine torre campanaria (come quella di Monforte).
Completamente restaurata e inaugurata nel 2020, questa torre ha graziose decorazioni a denti di sega in mattoni che delimitano spazi oggi intonacati usati un tempo forse come meridiane o per gli stemmi comunali. Ha anche numerose chiavi angolari di consolidamento strutturale. L’interno è completamente cavo e, a parte poche aperture (di cui la maggior parte tamponate), si apre solo sulla loggia di sommità con una finestra in ogni direzione (dove un tempo erano alloggiate le campane) protetta dalla classica copertura a quattro falde. Ha un unico ordine di aperture ad arco sui quattro lati nella parte terminale, oltre ad alcune finestre minori nel tempo spesso tamponate. Ha forma quadrata e le dimensioni sono: lato 4 m x altezza 20 m. La sommità è coperta da una tetto a quattro falde di legno e coppi.
La sua mola domina e decora la prospettiva di Neive rendendola inconfondibile: una tipica struttura concentrica di vie che risalgono la sommità della collina adattandosi alla forma geografica (in questo caso vagamente triangolare). La torre costituisce l’apice e il punto di spartiacque tra ripasorita e ripafredda, i due versanti della collina dell’abitato, così chiamati da tempo immemore. A circa cinque metri d’altezza è murata sulla facciata a mezzogiorno una lapide funeraria di origine romana (II secolo d.C.), testimonianza del più antico nucleo abitato che diede poi il nome al borgo: la gens Naevia. Più in alto, sempre sulla stessa facciata, ecco l’orologio pubblico, installato a fine ‘800.
L’ingresso è a terra dal lato a nord mentre l’interno è occupato da un’unica scala in ferro con 89 gradini che permettono di raggiungere senza sforzo la loggia panoramica, da cui si domina sia la Langa del Barbaresco come le prime colline monferrine e larga parte del Roero. Un belvedere davvero al centro del sito Unesco per il suo paesaggio culturale di vigneti unico al mondo.
All’interno della torre sono previste mostre di arte contemporanea, sfruttando le ampie pareti verticali sgombre da finestre. Infine una filodiffusione trasmette musiche per ricordare la figura del compositore Ludovico Rocca che abitò proprio qui vicino. Le musiche si alternano alle voci degli abitanti del paese che ripetono i classici “consigli della nonna”: un modo per ricordare come l’identità comunale sia ancora molto viva (del resto la torre resta ad accesso gratuito per tutti i neivesi).
Ma Neive ha anche un’altra torre: quella romanica dell’ex-monastero di Santa Maria del Piano che ci attende isolata e romantica su una collinetta alla rotonda della Moretta (incrocio di Neive Stazione per Mango e Treiso): non è agibile ma è lo stesso bellissima.